LETTERE – La bibbia sbaglia?

Cari missionari,
sono una vecchietta e, fin da bambina, leggo la vostra rivista, che un tempo aveva solo quattro paginette in bianco e nero e raccoglieva soldi per «battezzare i moretti».
Mi rivolgo a Paolo Farinella, che invita a farlo. Non ho mai letto la Bibbia, ma sono stata allevata da un nonno che la conosceva bene; la citava ogni giorno e spesso me ne leggeva pagine e pagine. Quando voleva insegnarmi l’orrore della bestemmia, mi leggeva un brano che diceva: «Che si secchi la mia lingua, che si paralizzi la mia mano destra se io offenderò Dio con la parola».
Non avevo più pensato a questo, ma da due anni il problema mi ronza nella mente, perché mio marito è stato colpito da un ictus devastante, che lo ha lasciato senza parola e paralizzato nella parte destra. Oggi sono anche la sua badante-infermiera e ho scarse possibilità di contatti veri estei.
Siamo sposati da 50 anni e posso garantire che non ho mai (nemmeno una volta) sentito mio marito nominare il nome di Dio invano. Pertanto le maledizioni bibliche, riportate sopra, non lo dovrebbero riguardare; però vorrei che qualcuno mi spiegasse questo… «svarione biblico». Non posso rivolgermi a mio nonno, morto mezzo secolo fa, convinto che anche le virgole della Bibbia fossero verità assoluta.
Complimenti per la rivista, che è sempre molto interessante.

Maria Pozzo
Torino

Cara signora Maria, lei abita a pochi passi da casa nostra. E noi desideriamo esserle ancora più vicini con la preghiera.
Con molto coraggio e altrettanta semplicità, lei solleva un problema cruciale: come interpretare la Bibbia, specialmente nella sofferenza? Il biblista don Farinella le ha già un po’ risposto con l’articolo «Perché il dolore e la morte?» (cfr. Missioni Consolata, febbraio 2005). Inoltre veda l’intervento nella pagina seguente.
Noi, sommessamente, la invitiamo a ricordare:
1. All’interrogativo «perché il dolore dell’uomo?», Dio ci risponde con il suo Figlio crocifisso, ma anche risorto.
2. La Bibbia non è da assumere in senso letteralistico: ossia parola per parola. Questo sconfina nel fondamentalismo religioso, che porta ad una forma di suicidio del pensiero (cfr. Pontificia Commissione Biblica, L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, Città del Vaticano 1993).

Maria Pozzo

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