Nel congratularmi con Missioni Consolata per lo splendido lavoro svolto, non posso non ribadire il concetto che un cammino credibile, sui sentirneri della giustizia e della pace, non può prescindere dal rifiuto della corsa agli armamenti e dalla denuncia dei folli sprechi di risorse che questa corsa impone.
Mi riferisco, in particolare, agli investimenti che si sono resi necessari per la realizzazione della portaerei «Cavour», la nuova ammiraglia della Marina militare italiana.
Come molti altri italiani, non sono in grado di dire quanto questo colosso d’acciaio, il cui peso totale supera le 27 mila tonnellate, sia effettivamente costato. Lo scorso settembre, sulle pagine di «D», settimanale de la Repubblica, Ambra Radaelli scrisse «900 milioni di euro», mentre il 20 luglio, il giorno del varo, gli autori del servizio che i TG della Rai dedicarono all’evento parlarono di «3 miliardi di euro».
Anche nel caso che la cifra esatta sia quella della Radaelli (cioè 1.743 miliardi delle vecchie lire), si tratta di una somma enorme, anzi di un FURTO ENORME, perché è denaro sottratto alla sanità, all’istruzione, alla lotta contro il crimine e l’illegalità, contro la fame, la miseria e il degrado ambientale.
Il fatto che il varo della «Cavour» sia avvenuto al cospetto di insigni esponenti del mondo politico e religioso (per esempio: il presidente della Repubblica Ciampi e l’arcivescovo di Genova Bertone) e che codeste celebrità abbiano espresso il loro plauso, usando parole forti e toni solenni, non mi tranquillizza affatto; anzi, rende la mia indignazione ancora più grande. È l’ennesima conferma della tragica confusione che i cristiani hanno della politica e che le alte sfere della gerarchia cattolica fanno: tra il POTERE DEI SEGNI, ovvero i sacramenti della salvezza (dono del Dio della giustizia e della pace), e i SEGNI DEL POTERE, ovvero eserciti, portaerei, cacciabombardieri, ordigni nucleari, mine, generatori di altre ingiustizie, altre guerre, altro terrorismo.
In particolare: i vescovi, se vogliono tornare ad essere quello che Dio li aveva chiamati ad essere, ossia pastori vigili e amorevoli, punto di riferimento per tutti i fedeli e non cappellani ad uso e consumo di pochi vip, si astengano dal manifestare apprezzamenti e consensi a certe infamie e dall’impartire benedizioni a certe mostruosità, che nulla hanno di autenticamente umano e cristiano.
Carlo Erminio Pace – Fano (PS)
N on molti lunedì fa, intervenendo a Varese presso gli stabilimenti dell’«Aermacchi», per partecipare alla cerimonia di presentazione del nuovo Aermacchi M-346, il Presidente del consiglio e leader di «Forza Italia», Silvio Berlusconi, si è espresso in questi termini: «Vorrei che tutte le settimane iniziassero così! Vi darò volentieri una mano a venderlo questo aereo, a venderlo in tutto il mondo! Mi trasformerò nel vostro commesso viaggiatore!…».
Io spero che un viaggetto Berlusconi lo faccia anche in Eritrea, Etiopia, Somalia o in un altro dei tanti paesi dove gli Aermacchi sono stati i protagonisti di bombardamenti che hanno provocato danni spaventosi e arrecato sofferenze atroci e ingiuste a milioni di persone inermi.
Spero pure che quanti hanno votato «Forza Italia» capiscano che un uomo che parla così non merita alcuna fiducia e, la prossima volta che si recheranno alle ue, diano la loro preferenza a candidati meno sensibili alle pressioni delle lobby del settore bellico. Spero che siano disposti a riconoscere che, se la pace viene prima della crescita economica e della competitività dell’«Azienda Italia», le fabbriche che producono aerei ed elicotteri da guerra devono riconvertirsi.
L’Italia non ha bisogno di altri commessi viaggiatori che girino il mondo per vendere Aermacchi, Agusta, Alenia e Fiat, perché ne ha già tanti e tanti sono i disastri che i prodotti (da essi propagandati) hanno causato in tutti i continenti. Troppi sono anche gli istruttori che hanno insegnato ai piloti delle aviazioni di altri paesi l’«arte» di sganciare bombe, mine e altri ordigni…
È bene che chi non lo sa lo sappia, e chi lo sa già non se ne dimentichi: negli anni della guerra in Libia e della prima Guerra mondiale gli italiani furono i primi a usare gli aerei per i bombardamenti e italiani furono gli addestratori dei 400 piloti americani che, nel 1917, arrivarono a Foggia dagli Stati Uniti per apprendere le tecniche di bombardamento.
Susanna Ruscianelli – Fano (PS)
Due lettere simili, entrambe provenienti da Fano. Reciproca telepatia?
Ci ha incuriosito quella del signor Carlo E. Pace, anche per il suo… cognome. L’interessato lo prende sul serio, facendone un impegno, una vocazione, contro la corsa agli armamenti. E fa bene.
La sua denuncia è confortata da significativi documenti della gerarchia cattolica. «Ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile» recita l’enciclica Populorum progressio, 53. Gli fa eco il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La corsa agli armamenti è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri» (n. 2329).
Susanna Ruscianelli, Carlo Erminio Pace