LETTERAPer i bambini sempre le briciole

Carissimi missionari,
sono Massimo e ho 11 anni. Mi piace molto viaggiare. A scuola la materia preferita è la geografia. Nonna Hilde mi ha parlato di voi e delle missioni. Così ho incominciato a leggere Missioni Consolata. Mia nonna dice anche che non basta vedere le cose; bisogna vedere le persone, specialmente se sono povere.
Quest’anno, a giugno, io, la mamma e la nonna abbiamo fatto un viaggio a Capo Verde. Prima di partire, mi sono ricordato di aver letto su Missioni Consolata un articolo su questo paese: sull’aereo incontriamo proprio padre Ottavio, di cui parlava l’articolo.
Il primo giorno a Sal fu meraviglioso. Io e mia mamma ci siamo recati da soli a Santa Maria, un paese non molto lontano dal nostro villaggio. Abbiamo incontrato un senegalese, emigrato, che ci ha guidati nella visita. Alcune case sono molto colorate, con il tetto piatto; altre invece sono diroccate. La gente è poverissima, ma gentilissima. Al mercato, la gente diceva «italiani bravi, italiani amici!» e mi regalava delle collanine e braccialetti. Io ero meravigliato di così grande generosità verso gli stranieri.
Quel viaggio è stato per me molto importante, perché mi ha fatto capire tante cose…

Tommaso Tibaldi
Torino

Fra le cose che Tommaso ha capito c’è nientemeno che il mondo! Il mondo che ha raffigurato, grazie al computer, come una grande pagnotta. Tutti mangiano. Però «milioni di bambini – ha scritto Tommaso – mangiano queste (piccole) parti…». Lo ha scritto in tedesco, lingua appresa da nonna Hilde (vedi l’immagine sopra).

Tommaso Tibaldi

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