Gino Strada e don Mariano

Spettabile rivista,
poche righe per i cappellani militari, dopo aver letto «Quelle pesantissime stellette» (Missioni Consolata, marzo 2004).
«Se mi soffermassi nel ricordarvi che il vostro stipendio (voto di povertà!) grida vendetta al cospetto di Dio», al cospetto dei poveri, dei diseredati, farei un discorso semplicistico.
Perciò continuo con una frase non mia, rivolgendomi a lei, don Mariano, ai cappellani militari, a tutti quelli che amano le armi e le guerre: «Io credo di avere il diritto di dire che non vi rispetto, non vi rispetto come cristiani, non vi rispetto come uomini»; anzi, ritengo che il vostro agire sia un insulto alle parole del papa, al pensiero della chiesa, alle affermazioni di Cristo.
Chissà se qualcuno di coloro, che stanno all’apice della piramide di quella tanto criticata e biasimata gerarchia ecclesiale, ha il coraggio di schiarirvi le idee: «O preti senza stellette o stellette senza essere preti». Il vostro esaltato fanatismo porta all’allontanamento di tante persone di buona volontà da quella chiesa che voi, volgarmente, dite di rappresentare.
Mi sento cittadino del mondo. I miti della patria e dell’eroe, li ho abbandonati ormai da tempo. Mi auguro che un giorno non lontano siano abbandonati anche da voi.
Giuliano
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Egregio direttore,
ho letto «Quelle pesantissime stellette» sui fatti di Nassiriya. Mi sono soffermato sul box «Comandi, don Mariano» e sono rabbrividito. Non condivido le parole di don Mariano, dettate più dall’odio (motivato dal posto in cui si trova) che dalla misericordia divina.
Anch’io sono un pacifista, senza però frequentare cortei. Mi sono limitato ad esporre la bandiera, a dire che la guerra porta solo odio e sangue. Continuo ad affermare che la guerra in Iraq è stata inutile, non per abbattere un brutale dittatore, ma per il modo in cui è stata fatta: tonnellate di piombo su bambini e civili, alla ricerca di armi di distruzioni di massa inesistenti. Per catturare Saddam, bastava corrompere qualcuno e andarlo a prendere in taxi.
Ora ne paghiamo le conseguenze, col terrore di frequentare posti affollati, bersagli di terroristi. Se in Iraq non c’era il petrolio, ma verze, la guerra non ci sarebbe stata.
Da oggi anch’io faccio nausea a don Mariano, e così la commozione suscitatami dai reduci morti di Nassiriya viene ripensata.
Dire poi che Gino Strada sia un assassino è il colmo per un sacerdote. Al di là delle ideologie e simpatie politiche, chi si adopera per salvare le vittime della guerra è da ammirare e ringraziare. Un assassino non salva una vita, ma la toglie. Non mi sembra il caso di Gino Strada, pur con le critiche che gli si possono fare.
Capisco il momento emotivo di don Mariano, ma, proprio perché ministro di Dio, dovrebbe usare più misericordia anche nel linguaggio. Gli ricordo che a tradire Gesù non è stato un medico, ma un apostolo (sacerdote oggi). Pertanto riflettiamo…
Fortunatamente sono un cattolico credente; diversamente, verrebbe voglia, dopo aver letto quel trafiletto, di rispedire al mittente la rivista, ma cadrei nello stesso errore. Non bisogna mai dimenticare il bene che tante persone fanno: e sono la maggioranza!
Grato per l’ospitalità.
Giulio Oggioni
via e-mail

Giuliano, Giulio Oggioni