Noi, i figli dei marziani

Gli esperti di marketing, quelli che attraverso le giuste tecniche di lavaggio del cervello riescono a creare il bisogno per qualsiasi baggianata nell’indifeso consumatore occidentale, hanno come cardine del loro sapere un assunto: «Spàrala grossa, inventa, non avere limiti e non temere mai di essere ridicolo. Qualcuno riderà, ma qualcun altro ti seguirà e comprerà il tuo prodotto».
Claude Vorilhon, fondatore del culto raeliano, quando smise di fare il giornalista sportivo di scarso successo, divenne il profeta di questa «nuova religione» o, a seconda dei punti di vista, uno dei più grandi strateghi di marketing che la storia recente ricordi.
Il 13 dicembre del 1973, mentre girovagava nei pressi di una formazione vulcanica a Clermont Ferrand, nel cuore della Francia, venne rapito da alcuni alieni, alti come bambini; portatolo sulla loro astronave spaziale, essi gli impongono il nome di Rael (il messaggero) e gli comunicano una serie di consigli e rivelazioni sulle verità sull’Antico e sul Nuovo Testamento. Almeno questo è quello che lui racconta.
In un remoto passato, gli extraterrestri riuscirono a creare la vita artificialmente attraverso complesse tecniche di ingegneria genetica. Questo provocò una sollevazione popolare sul loro pianeta e gli scienziati, o elohim, ovvero «coloro che sono venuti dal cielo», vennero costretti a proseguire i loro esperimenti sulla terra, luogo sul quale nacque l’uomo attuale. Una storia un po’ complessa, ma comunque interessante.
L’uomo si ribellò e venne cacciato dal paradiso terrestre; successivamente, accoppiatosi con delle terrestri originarie, diede vita al popolo ebraico. Il resto ricalca più o meno le vicende principali della bibbia, dal diluvio universale, a Mosè, a Gesù… con l’aggiunta di qualche tocco di colore etnico, ad esempio l’inclusione di Maometto e Buddha tra i profeti.
Ma nel 1945, con lo scoppio della bomba atomica a Hiroscima, è iniziata l’epoca dell’apocalisse: la «rivelazione», l’era in cui la verità può essere presentata in termini scientifici e non più allegorici e simbolici.
Le sparate non mancano e l’unione della tecnologia con il sacro è un campo ancora abbastanza inesplorato. Rael racconta inoltre che, dopo la prima rivelazione, venne rapito ancora dagli ufo, che gli spiegarono chi fossero i suoi genitori: Jahvé, capo degli elohim, il babbo, e una donna rapita e inseminata artificialmente, la mamma.
Altre rivelazioni furono: l’inesistenza di Dio, del paradiso e dell’inferno; la presenza di un partito politico il cui capo è Satana, che vuole la distruzione degli uomini; l’inesistenza dell’anima e la ri-creazione post mortem di tutti i meritevoli sul pianeta degli elohim.

T utto questo, molto probabilmente, non bastava. Ci voleva il botto per avere un successo planetario e vendere il proprio brand (marchio) in tutto il mondo; e doveva essere davvero storico: tale da lasciare tutti senza fiato (o almeno coloro che hanno accesso ai mezzi di comunicazione).
Il botto è arrivato nel febbraio del 2003 e ha preso il nome di clonazione del primo essere umano nella storia. Nome della sventurata: Eva… Che fantasia! La notizia fece il giro del globo e, in poco tempo, la notorietà dei raeliani è diventata universale.
Mai nessuno aveva osato clonare un essere umano; ci avevano provato con le pecore, tori, topi, scarafaggi… ma con l’uomo mai. Troppe difficoltà tecniche, alti i rischi di creare mostri infelici, calpestata la morale, che, fino a prova contraria è quella che divide ancora il bene dal male.
Subito scattò lo scetticismo della comunità scientifica e l’anatema della chiesa, che duramente condannò l’avvenuto esperimento genetico. La prima venne rassicurata con vaghe promesse di test scientifici per provare l’avvenuta clonazione; mentre la seconda fu derisa e tacciata di oscurantismo.
Ovviamente, mai nessuno scienziato indipendente ha potuto confutare la veridicità delle affermazioni dei raeliani; il che fa capire che, fortunatamente, l’obbrobrio della creazione della vita in laboratorio è ancora lontano dall’essere concretizzato. Si capisce, soprattutto, che l’annuncio della clonazione era una pagliacciata per attirare l’attenzione e, quindi, denari da convogliare all’interno della comunità raeliana per il finanziamento delle varie attività, anche scientifiche, che portano avanti.
L a comunità raeliana conta circa 44 mila adepti in tutto il mondo, con la particolarità che essi, più o meno, credono nelle sparate teologiche di Rael, ma sono interessati soprattutto al finanziamento della ricerca scientifica, riguardante la clonazione umana. E chissà che un giorno, magari, i primi ad essere riprodotti saranno i soci. Infatti, la religione atea dei raeliani si è divisa in due branche: una spirituale e una scientifico finanziaria.
Nella prima, chiamata «struttura», ristrettissima e dove vivono solamente 1.500 persone, è presente una rigida gerarchia, con a capo Rael. E proprio perché è capo, egli gode anche di vantaggi pratici; quello più vistoso è costituito dall’«ordine degli angeli di Rael», cioè le sei donne che si prendono cura di lui. All’interno della comunità non esiste il matrimonio e la sessualità è molto disinvolta.
La seconda branca, invece, può vantare addirittura una società per azioni, la Clonaid, dove lavorano decine di scienziati, proiettati totalmente verso il raggiungimento della clonazione umana. Il laboratorio per gli esperimenti sarebbe alle Bahamas, dove pare che la clonazione sia legale.
Fenomeno marginale in fatto di proselitismo, il culto dei raeliani ha avuto un impatto mediatico senza precedenti nella storia delle religioni: nel giro di una settimana sono ascesi alla notorietà planetaria e hanno ottenuto lo scopo che si prefissavano, ovvero che si parlasse di loro, nel bene come nel male.
In Italia i raeliani sono circa 500, presenti in molte città e formano comunità piccole, ma ben organizzate, che propongono serate di dibattito e studio. Frequenti anche gli inviti nei vari talk show sulle più importanti emittenti nazionali, dove ovviamente amano stupire, sparandole grosse.
Da notare, però, che dopo la madre di tutte le sparate (la clonazione della bimba Eva), la loro smania di protagonismo è scemata e, da marzo, quasi non si hanno più notizie di loro e, soprattutto, della bimba. «Vi daremo tutte le risposte quando lo riterremo opportuno» sono soliti rispondere a chi fa notare che è passato un po’ di tempo dall’annuncio in mondovisione.
Concludiamo con il dire che il ritorno degli elohim è previsto per il 2035 e, per questo, è prevista la costruzione di Ufoland, una città religiosa tecnologica, che ospiterà gli illustri ospiti; il tutto, in Canada, che è anche la patria di Claude Vorilhon e paese dove hanno avuto maggiore successo i raeliani.

La prima puntata, dedicata alla televisione Tbne, è stata pubblicata su Missioni di settembre 2003.

Maurizio Pagliassotti