Legittima difesa

Caro don Bandera,

ho letto il tuo scritto sulla pace. Apprezzo la proposta di un’approfondita informazione, da cercare ovunque si intuisce che ci sia una ricerca sincera di «verità», onde permettere alle persone di farsi un’opinione adeguata della situazione, a volte conflittuale, vissuta dai popoli.
L’interesse a capire la complessità del nostro mondo registra, a volte, indici molto bassi. È vero: occorre pure riflettere sulla molteplicità delle opinioni ragionevoli e pertinenti, che meriterebbero più rispetto, sapendo che bene e male si presentano sempre mischiati.

Esprimo il mio parere sul tema «guerra-pace». Noi cristiani abbiamo ricevuto la buona notizia di Dio-padre-amore. Si sa che Giovanni Paolo II ha espresso un netto rifiuto a «questa» guerra, ma ha dovuto sempre salvaguardare «il diritto alla legittima difesa», com’è previsto dal Concilio Vaticano II e dal catechismo.

Possiamo non essere d’accordo sulla decisione americana di attaccare l’Iraq senza il consenso dell’Onu, ma non possiamo in linea di principio impedire ad un paese di decidere autonomamente di difendersi come meglio crede, qualora si ritenga attaccato.

Si può dimostrare l’insostenibilità di una tale decisione, ma dal punto di vista della chiesa cattolica non si può escludere né condannare ciò che si ritiene possibile. In fondo gli Stati Uniti, con altre nazioni, ci stanno «bombardando» con notizie sugli attentati proprio per inculcare a tutti la grande pericolosità del terrorismo internazionale.

Ma quanti ritengono che gli ultimi attentati sono il «frutto» naturale della violenza scatenata dalla guerra? Il ragionamento vale per tutte le guerre ed azioni di forza armata. La violenza genera sempre vendetta e morte.

La chiesa cattolica non ha ancora il coraggio di condannare, come ha fatto per l’aborto, la soppressione della vita altrui: chiunque uccide volontariamente è fuori dalla comunione con il Signore-amore. Chiunque fabbrica armi, si esercita per combattere e uccidere, anche in nome della libertà, giustizia e pace, chiunque partecipi ad operazioni di guerra è fuori dalla comunione di Dio-amore-padre-madre.

Don Mario, oltre ad essere «duri» con i laici guerrafondai, dobbiamo anche essere «chiari» con tutti i cristiani che preferiscono le scorciatornie di una morale comoda ed accomodante, soprattutto quando si tratta di giustizia, pace e perdono.

Sulla «legittima difesa» (quindi sulla «guerra giusta») abbiamo già ricordato la posizione del Catechismo della chiesa
cattolica (Missioni Consolata, settembre 2003).

Al binomio «pace-guerra» abbiamo dedicato il numero monografico di ottobre-novembre (ben 132 pagine)… mentre il salmo 119 recita: «Troppo ho dimorato con chi detesta la pace; io sono per la pace, ma quando ne parlo, essi vogliono la guerra».

Filippo Gervasi