I miei alunni serbi raccontano…

Io sono una mediatrice interculturale. Il mediatore è una nuova figura professionale, nata con la formazione del nuovo stato europeo e con l’immigrazione. I mediatori interculturali hanno un ruolo nobile: mediare fra diverse culture «costrette» a convivere in uno stato, con l’obiettivo di creare una maggiore comprensione, accettazione e tolleranza verso le diversità etniche, culturali e religiose.

Provengo da uno stato che non esiste più, la Jugoslavia. Sono testimone che le differenze tra le genti possono essere fonte di benessere economico e culturale, come lo furono nel mio paese negli anni Sessanta; ma possono anche diventare uno strumento per chi vuole fare la guerra, come è successo prima nel 1941, poi nel 1991.

Oggi, la «mia» Jugoslavia, multietnica, multiculturale, socialista e progressista, non allineata ed indipendente, si è frantumata in 5 piccoli stati, che si stanno inginocchiando davanti alla Nuova Europa, ricca, potente e prepotente, per diventae parte. Il mio è uno dei molti paesi dai quali sono emigrate migliaia di persone, famiglie intere, che sono scappate dalla guerra o dalla miseria, cercando fortuna in Europa…
Io mi occupo dei bambini di quegli immigrati. Sono i «miei alunni», che lasciai molti anni fa sui banchi delle scuole belgradesi, dove insegnavo il serbo-crornato. I loro genitori, che erano cresciuti in pace e in una società benestante, per dare ai propri figli pace e benessere hanno dovuto privare loro e se stessi della propria patria.

Io mi occupo di quei bambini quando vengono iscritti nella scuola italiana senza sapere una parola d’italiano. Sono per loro e le loro famiglie un punto di riferimento; cerco di essere una persona che ascolta e comprende tutte le loro difficoltà, i problemi, le aspettative e i progetti. Facciamo insieme una parte di strada, quella dei primi mesi nella nuova scuola. Ho conosciuto molti bambini serbi: della Croazia, della Bosnia, della Serbia. Ultimamente mi occupo anche degli alunni di madrelingua macedone.

Molti di questi bambini e ragazzi hanno vissuto la guerra e mi hanno raccontato le loro esperienze. Ho chiesto ad alcuni di scrivere le loro esperienze per «Missioni Consolata». Questi sono i loro racconti.

Snezana Petrovic

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