Egregio direttore,
faccio un’osservazione sull’editoriale (luglio-agosto 2003) di don Mario Bandera. Mi ha colpito la frase: «come le riviste missionarie e la Misna fanno in maniera irreprensibile». Ma… «irreprensibile» fu solo Gesù per virtù propria e Maria per grazia di Dio.
Ci sono semi di verità anche in altri mezzi di comunicazione, e ci sono bugie, compromessi e verità nascoste anche nella pubblicistica missionaria di ieri ed oggi.
Nei nostri gruppi impegnati ed anche nel mondo missionario sta crescendo una forma di fondamentalismo e razzismo religioso: noi siamo i giusti e buoni, capiamo i veri problemi, abbiamo le soluzioni; mentre gli altri sono i cattivi, il male personificato…
Mi viene in mente la parabola del fariseo e pubblicano.
La realtà è molto più complessa. Noi, chiesa d’occidente, abbiamo avuto per secoli tutti i giovani al catechismo, ai sacramenti; ma questo non ha impedito che poi si scannassero in innumerevoli guerre.
Così nei paesi di missione, come in Africa, abbiamo avuto generazioni di ragazzi nelle nostre scuole e cappelle; ma questo non ha impedito che poi si massacrassero a vicenda con incredibile crudeltà.
Il vangelo da sempre resta un piccolo seme che cresce qua e là. Come? Lo sa solo il Signore.
Siamo, soprattutto, d’accordo sull’unico e vero «Irreprensibile».
don Silvano Cuffolo