Piu’ contemplativi, più santi, più missionari

Alla riscoperta della preghiera del rosario, come strumento di ascolto, apertura agli altri, invocazione sul mondo.

Una premessa: a partire da quest’anno il messaggio del papa per la Giornata missionaria mondiale non è più pubblicato nella solennità di Pentecoste, ma viene reso noto nella festa del battesimo del Signore, per permettere a diocesi e parrocchie di inserirlo nei loro progetti pastorali. «Con tale iniziativa si vuole evitare – scrive il cardinale Sepe – che la missione ad gentes venga vissuta in termini di eccezionalità o straordinarietà. Non si può permettere, pena il tradimento del vangelo di Gesù Cristo, che la dimensione missionaria sia percepita come una sorta di cenerentola…. La missione è, infatti, parte nodale dell’itinerario di ogni comunità cristiana».
Quest’anno, la Giornata missionaria mondiale cade il 19 ottobre, in coincidenza con la celebrazione del XXV anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II, con la beatificazione di madre Teresa di Calcutta e la chiusura dell’Anno del rosario. In tale prospettiva il papa ha voluto indicare la «preghiera del rosario» come tema di riflessione, per una chiesa più contemplativa, più santa, più missionaria.

1.Sin dall’inizio, ho voluto porre il mio pontificato sotto il segno della speciale protezione di Maria. Più volte, poi, ho invitato l’intera comunità dei credenti a rivivere l’esperienza del cenacolo, dove i discepoli «erano assidui e concordi nella preghiera… con Maria, la madre di Gesù» (At 1,14). Già nella prima enciclica Redemptor hominis scrivevo che solo in un clima di fervente orazione è possibile «ricevere lo Spirito Santo, che scende su di noi e divenire in questo modo testimoni di Cristo fino agli estremi confini della terra, come coloro che uscirono dal Cenacolo di Gerusalemme nel giorno di Pentecoste» (22).
La chiesa prende sempre più coscienza di essere «madre» come Maria. Essa è «la culla – notavo nella bolla Incaationis mysterium, in occasione del Grande Giubileo dell’anno 2000 – in cui Maria depone Gesù e lo affida all’adorazione e alla contemplazione di tutti i popoli» (11). Su questo cammino spirituale e missionario intende proseguire, sempre accompagnata dalla Vergine Santissima, stella della nuova evangelizzazione, aurora luminosa e guida sicura del nostro cammino (cfr. Novo millennio ineunte 58).

Maria e la missione
della chiesa
nell’anno del rosario

2.Nell’ottobre scorso, entrando nel 25° anno del mio ministero petrino, quasi a ideale prolungamento dell’anno giubilare, ho indetto uno speciale anno dedicato alla riscoperta della preghiera del rosario, tanto cara alla tradizione cristiana; un anno da vivere sotto lo sguardo di colei che, secondo l’arcano disegno divino, con il suo «sì» ha reso possibile la salvezza dell’umanità, e dal cielo continua a proteggere quanti a lei fanno ricorso specialmente nei momenti difficili dell’esistenza.
È mio desiderio che l’Anno del rosario costituisca per i credenti di ogni continente un’occasione propizia per approfondire il senso della vocazione cristiana. Alla scuola della Vergine e seguendo il suo esempio, ogni comunità potrà meglio far emergere la propria dimensione «contemplativa» e «missionaria».
La Giornata missionaria mondiale, che cade proprio alla fine di questo particolare anno mariano, se ben preparata, potrà imprimere un più generoso impulso a quest’impegno della comunità ecclesiale. Il ricorso fidente a Maria con la quotidiana recita del rosario e la meditazione dei misteri della vita di Cristo sottolineeranno che la missione della chiesa deve essere anzitutto sorretta dalla preghiera.
L’atteggiamento di «ascolto», che suggerisce la preghiera del rosario, avvicina i fedeli a Maria, che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). La ricorrente meditazione della Parola di Dio diventa un allenamento per vivere «in comunione viva con Gesù attraverso – potremmo dire – il cuore della madre» (Rosarium Virginis Mariae 2).

Chiesa più contemplativa:
il volto di Cristo
contemplato

3.Cum Maria contemplemur Christi vultum! Mi tornano spesso alla mente queste parole: contemplare il «volto» di Cristo con Maria. Quando parliamo del «volto» di Cristo ci riferiamo alle sue sembianze umane, nelle quali rifulge la gloria eterna del Figlio unigenito del Padre (cfr. Gv 1,14): «La gloria della divinità sfolgora sul volto di Cristo» (ibid. 21). Contemplare il volto di Cristo induce a una conoscenza profonda e coinvolgente del suo mistero. Contemplare Gesù con gli occhi della fede spinge a penetrare nel mistero di Dio-Trinità. Dice Gesù: «Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14,9). Con il rosario ci inoltriamo in questo itinerario mistico «in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima» (Rosarium Virginis Mariae 3). Anzi, Maria stessa si fa nostra maestra e guida. Sotto l’azione dello Spirito Santo, ci aiuta ad acquisire quella «tranquilla audacia» che rende capaci di trasmettere agli altri l’esperienza di Gesù e la speranza che anima i credenti (cfr. Redemptoris missio 24).
Guardiamo sempre a Maria, modello insuperabile! Nel suo animo tutte le parole del vangelo trovano un’eco straordinaria. Maria è la «memoria» contemplativa della chiesa, che vive nel desiderio di unirsi più profondamente al suo sposo per incidere ancor più nella nostra società. Di fronte ai grandi problemi, dinanzi al dolore innocente, alle ingiustizie perpetrate con arrogante insolenza come reagire? Alla docile scuola di Maria, che è nostra madre, i credenti apprendono a riconoscere nell’apparente «silenzio di Dio» la parola che risuona nel silenzio per la nostra salvezza.

Chiesa più santa:
il volto di Cristo
imitato e amato

4.Tutti i credenti sono chiamati, grazie al battesimo, alla santità. Il Concilio Vaticano II, nella costituzione dogmatica Lumen gentium, sottolinea che la vocazione universale alla santità consiste nella chiamata di tutti alla perfezione della carità.
Santità e missione sono aspetti inscindibili della vocazione di ogni battezzato. L’impegno a diventare più santi è strettamente collegato con quello a diffondere il messaggio della salvezza. «Ogni fedele – ricordavo nella Redemptoris missio – è chiamato alla santità e alla missione» (90). Contemplando i misteri del rosario, il credente è incoraggiato a seguire Cristo e a condividee la vita sino a poter dire con san Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).
Se tutti i misteri del rosario costituiscono una significativa scuola di santità e di evangelizzazione, i misteri della luce pongono in evidenza aspetti singolari della nostra «sequela» evangelica. Il battesimo di Gesù al Giordano ricorda che ogni battezzato è eletto a diventare in Cristo «figlio nel Figlio» (Ef 1,5). Nelle nozze di Cana, Maria invita all’ascolto obbediente della parola del Signore: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5).
L’annuncio del regno e l’invito alla conversione sono una chiara consegna per tutti a intraprendere il cammino della santità. Nella trasfigurazione di Gesù, il battezzato sperimenta la gioia che lo attende. Meditando l’istituzione dell’eucaristia, egli torna ripetutamente nel cenacolo, dove il divino maestro ha lasciato ai suoi discepoli il tesoro più prezioso: se stesso nel sacramento dell’altare.
Sono le parole che la Vergine pronuncia a Cana a costituire, in un certo modo, lo sfondo mariano di tutti i misteri della luce. L’annuncio del regno vicino, la chiamata alla conversione e alla misericordia, la trasfigurazione sul Tabor e l’istituzione dell’eucaristia trovano infatti nel cuore di Maria un’eco singolare. Maria mantiene gli occhi fissi su Cristo, fa tesoro di ogni sua parola ed indica a tutti noi come essere autentici discepoli del suo Figlio.

Chiesa più missionaria:
il volto di Cristo
annunciato

5.In nessuna epoca la chiesa ha avuto tante possibilità di annunciare Gesù come oggi, grazie allo sviluppo dei mezzi della comunicazione. Proprio per questo la chiesa è oggi chiamata a far trasparire il volto del suo sposo con una più rilucente santità. In questo sforzo, non facile, sa di essere sostenuta da Maria. Da lei «impara» a essere «vergine», totalmente dedicata al suo sposo, Gesù Cristo, e «madre» di molti figli che genera alla vita immortale.
Sotto lo sguardo vigile della Madre, la comunità ecclesiale cresce come una famiglia ravvivata dall’effusione potente dello Spirito e, pronta a raccogliere le sfide della nuova evangelizzazione, contempla il volto misericordioso di Gesù nei fratelli, specialmente nei poveri e bisognosi, nei lontani dalla fede e dal vangelo. In particolare, la chiesa non ha paura di gridare al mondo che Cristo è «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6); non teme di annunciare con gioia che «la buona notizia ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo» (Rosarium Virginis Mariae 20).
Urge preparare evangelizzatori competenti e santi; è necessario che non si affievolisca il fervore negli apostoli, specialmente per la missione ad gentes. Il rosario, se pienamente riscoperto e valorizzato, offre un ordinario quanto fecondo aiuto spirituale e pedagogico per formare il popolo di Dio a lavorare nel vasto campo dell’azione apostolica.

Una precisa consegna

6.L’animazione missionaria deve continuare a essere impegno serio e coerente di ogni battezzato e di ogni comunità ecclesiale. Un ruolo più specifico e peculiare compete certo alle pontificie Opere missionarie, che ringrazio per quanto già generosamente stanno facendo.
A tutti vorrei suggerire di intensificare la recita del santo rosario, a livello personale e comunitario, per ottenere dal Signore quelle grazie di cui la chiesa e l’umanità hanno particolare necessità. Invito proprio tutti: bambini e adulti, giovani e anziani, famiglie, parrocchie e comunità religiose.
Tra le tante intenzioni, non vorrei dimenticare quella della pace. La guerra e l’ingiustizia hanno il loro inizio nel cuore «diviso». «Chi assimila il mistero di Cristo – e il rosario proprio a questo mira -, apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita» (Rosarium Virginis Mariae 40). Se il rosario batterà il ritmo della nostra esistenza, potrà diventare strumento privilegiato per costruire la pace nel cuore degli uomini, nelle famiglie e tra i popoli. Con Maria tutto possiamo ottenere dal Figlio Gesù. Sorretti da Maria, non esiteremo a dedicarci con generosità alla diffusione dell’annuncio evangelico sino agli estremi confini della terra.
Con tali sentimenti, di cuore tutti vi benedico.

Dal Vaticano, 12 gennaio 2003,
festa del battesimo del Signore

Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II

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