Jesus (pronuncia gisas) risuona anche in Italia, da televisioni gestite da culti made in Usa e loro adepti. La Tbne (Trinity Broadcasting Network Europe), per esempio, piazza prodotti religiosi miracolosi. Alcuni abboccano, ma non molti.
Negli ultimi anni, l’offerta televisiva italiana si è «arricchita» di un nuovo prodotto: la Tbne (Trinity Broadcasting Network Europe), un canale televisivo di esclusiva programmazione religiosa, derivata dalla Tbn, televisione evangelical statunitense. (Evitiamo il termine evangelico, proprio delle chiese storiche del protestantesimo che si riconoscono nelle posizioni del Consiglio ecumenico delle chiese).
La Tbn è un colosso forte di 800 stazioni televisive sparse per il mondo e un patrimonio pari a 2 miliardi di euro. Per avere un termine di paragone: la capitalizzazione della Fiat ammonta a 5 miliardi di euro.
Ispirata da un pastore pentecostale dell’Assemblea di Dio, Paul Crouch, la Tbn fu fondata a Los Angeles nel 1978. Televisione eclettica, inizialmente molto spartana, essa dava voce ai predicatori più carismatici e di moda del tempo, alcuni dei quali coinvolti poi in scandali giudiziari e morali.
La Tbne italiana ha come scopo il proselitismo, ma non direttamente, non essendo una denominazione definita. Di fatto ai suoi microfoni si alternano predicatori dei gruppi più svariati. Costoro sono al vertice di para-chiese vicine alla Tbne, agenzie di servizio per persone che, ascoltati i predicatori, sono liberi di scegliere il gruppo che più piace, senza indicazione da parte della televisione.
A Torino, per esempio, sono decine le para-chiese segnalate dalla Tbne. Essa funge da centro di smistamento per persone che andranno a finire in molte altre denominazioni. Ovviamente l’ampiezza dell’offerta dipende dalla condivisione della teologia evangelicale, che è conservatrice, di stampo pentecostale o carismatico.
Nonostante gli sforzi, il travaso dal cattolicesimo al protestantesimo evangelicale è quasi assente, tranne in alcune zone del meridione, come l’hinterland napoletano e la Sicilia, dove risulta fondamentale il carisma dei predicatori di successo.
RELIGIONE… SPETTACOLARE
Non è facile trovare parole adatte per descrivere funzionamento e programmazione televisiva della Tbne. Due esempi possono evidenziare gli aspetti più grotteschi e pittoreschi del fenomeno nel suo complesso.
Il primo esempio riguarda la figura di Benny Hinn, un predicatore riconducibile al Faith Movement (movimento della fede, nato nel mondo pentecostale, molto diffuso in Svezia e Usa, che attribuisce alla preghiera la possibilità di conseguire successo, ricchezza e denaro).
In un libro autobiografico, «Buongiorno Spirito Santo», egli racconta la sua storia di anima persa e del risveglio avvenuto a Boston, grazie alla chiamata dello Spirito Santo.
Fine conoscitore della bibbia, aria mistica e grande comunicatore, mister Hinn è forse il più importante predicatore evangelical degli Stati Uniti e guarisce decine di ossessi, storpi, paralitici, malati di cancro, esauriti mentali grazie all’aiuto dello Spirito Santo con cui vive, lui dice, in comunione.
La televisione lo mostra in azione in uno stadio stracolmo, davanti a decine di migliaia di persone estasiate o in trance, braccia alzate, occhi socchiusi, guance rigate dalle lacrime, canti, urla. Benny inizia a soffiare nel microfono e il suono viene amplificato per tutto lo stadio. Gruppi di persone svengono, cadendo al suolo come pere mature.
Ecco il nostro Benny in un’altra scena spettacolare: sul palco di un palazzetto dello sport sfilano davanti a lui decine di casi umani che, a suo dire, hanno ottenuto grazie di vario genere; quindi arriva il suo magico tocco e le persone cadono stecchite; non si fracassano la testa grazie all’intervento di forzuti aiutanti, che acchiappano al volo i miracolati.
Talvolta però anche i migliori piazzisti si tradiscono…
Ecco salire sul palco una famigliola: spiegazione di disgrazie a profusione e relativi miracoli; poi Benny tocca papà e mamma che crollano al suolo. Ma i pargoli vengono cautamente evitati… Non si sa mai, con i bambini dispettosi che ci sono oggi, potrebbero rimanere in piedi.
Un secondo esempio, importante anche se non occupa molto spazio nella programmazione, delle rappresentazioni religiose della Tbne è quella dei Power Team: alcuni energumeni invocano il Cristo morto in croce per la remissione dei peccati di tutti i presenti; poi spaccano tronchi e mattoni, fanno scoppiare lattine di coca piene, oppure si esibiscono in altre prove di forza bruta e demenziale. Tali imprese sono accompagnate da paurosi momenti di estasi da parte degli spettatori, che pregano convinti affinché il muscoloso di tuo compia la prodezza che inizialmente non riesce a fare.
Un’americanata, si dirà. Vedere stadi stracolmi, in preda a un delirio collettivo, con mancamenti, lacrime, guarigioni, conversioni e molto altro, è impressionante, ma non aiuta a crescere nella fede, specialmente se si pensa alle nostre sparute parrocchie di campagna, dove il prete, che non veste griffato come le stars religiose made in Usa, fa i salti mortali tra una chiesa e l’altra.
La figura del profeta predicatore, guaritore non è un’invenzione di mister Hinn, della Tbne o altri predicatori che si alternano nei vari spettacoli religiosi. Il copione è il solito, cambia solamente l’approccio tecnologico: in un mondo perduto, il profeta, specie se carismatico, che crede in comunione con lo Spirito Santo, raccoglie adepti dalle correnti protestanti tradizionali che vedono in lui l’unica «arca della salvezza».
Miracoli e guarigioni sono mezzi con cui fare proselitismo, utilizzati per convincere della propria unicità e divina elezione.
PREDICATORI E MISSIONARI
C’è turbamento quando si confrontano questi quotidiani spettacoli miracolosi, rivolti a persone ricche e ben pasciute, con il lavoro di chi i miracoli li fa sul serio, mandando avanti scuole e ospedali a rischio della propria vita, nella foresta amazzonica, tra malaria e acqua fetida, o in altri posti del mondo anche peggiori. Di questi silenzio assoluto!
Centinaia di migliaia di persone corrono da tempo dietro una religione che assomiglia sempre più a un business show, dove chi la spara più grossa vince la partita: si accaparra fedeli e quindi fa incasso.
Gente in lacrime che sviene, ossessi che sbraitano, visioni collettive, paralitici che fanno volare le stampelle… in un tripudio di autosuggestione collettiva tutto è fattibile.
E poiché tra i film di Hollywood e realtà ormai non c’è più distinzione, anche la religione risulta inquinata dall’ossessiva richiesta da parte del pubblico di spettacolo mozzafiato.
Certo stiamo parlando di una cosa americana, che però viene propinata con la forza dirompente della televisione nelle case di milioni di persone in tutta Europa.
In una società che stravede per tutto quanto arrivi da oltre oceano, che luccichi di grandezza e opulenza, sfarzo e lusso sfrenato, la megalomania emanata dai vari predicatori ha successo. Denaro, potere, ricchezza passano per segni della benevolenza di Dio, in un’ottica calvinista-weberiana.
SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
Durante il giorno vengono mandati in onda cartoni animati biblici per i bimbi, gruppi rock e rap che inneggiano al Signore, dibattiti religiosi, telegiornali e molto altro. E la programmazione è completa.
Parte dei programmi sono spezzoni ripresi dalla Tbn statunitense; l’altra è prodotta in Italia, nei nuovi studi di Varese. Tutto con una netta impostazione ultraconservatrice.
L’appoggio alla guerra in Iraq ne è un esempio eloquente; e tutto condito di accenni apocalittici, dal momento che i luoghi si dove si svolgevano i combattimenti è la biblica Babilonia.
Nell’abbondante parte di programmi prodotti in Italia, grande spazio è riservato a Chuck e Nora che, bibbia alla mano, portano avanti la raccolta di fondi per il finanziamento della Tbne, con iniziative come il lodathon: fai un’offerta e essi pregano per te in televisione.
In un ambiente ultra kitch, con ori e troni, ogni giorno vengono lette decine di lettere di persone che chiedono grazie e guarigioni da malattie più o meno serie.
SANTI E PECCATORI
Un’impresa commerciale quindi? Quando ci troviamo davanti a cifre da capogiro, viene il dubbio che qualcuno lucri alle spalle dei fedeli.
Il mondo dei predicatori televisivi presenta due aspetti: il primo, il più appariscente, è quello dell’opulenza e dello sfarzo; il secondo è più povero, dove persone idealisticamente motivate giungono a pagare di tasca propria gli spazi televisivi.
Un mondo di santi e peccatori. In fondo la Tbne non ha inventato nulla di originale: i fenomeni più inquietanti sono ripresi da ambienti già esistenti nel mondo protestante, soprattutto quello più caldo. Tutto, però, è ora unito alla potenza comunicativa della televisione, vero elemento innovatore di tutta questa storia.
Per chi volesse conoscere cosa pensa il mondo evangelical italiano che conta 300 mila persone, la Tbne rappresenta un buon strumento, anche se non tutti vi si riconoscono. Ma il suo proselitismo è scarso, indice che il tutto si ferma a un fenomeno di costume, almeno in Italia, dove più salda è la presa della chiesa cattolica. Oppure, molto più semplicemente, i nostri parroci sono più credibili degli spettacolari predicatori made in USA.
Maurizio Pagliassotti