«CUI PRODEST?» A chi giova il terrorismo?

Ecco la guerra del terzo millennio…

Il terrorismo è la guerra del terzo millennio. Colpisce
quando meno te l’aspetti e ammazza gli inermi, vale a
dire chi non c’entra niente. È la mannaia mascherata
di poteri occulti, studiata ad arte per spaventare le libere
coscienze.
Eppure, a pensarci bene, qualcosa non quadra. Perché
mai questi vigliacchi sono tornati a colpire proprio ora che
la guerra contro Saddam Hussein è finita? La raffica di attentati
a Riad, Casablanca ed Ankara sembra scattata
in ritardo rispetto al presunto orgoglio dell’estremismo
arabo. Come mai, quando le bombe cadevano a grandine
su Baghdad, questi dementi sono rimasti in letargo?
Qualcuno dice che Al Qaeda, il movimento di Osama
bin Laden, è un mostro che ha tali e tante ramificazioni
che potrebbe colpire sempre e ovunque. Dunque – si suggerisce
– è bene tenere sempre alta la guardia, mobilitando
gli eserciti per sconfiggere il famelico nemico. Sarà anche
vero che il miliardario saudita è davvero capace di tutto,
visti i disastri che ha combinato a destra e a manca, da
Nairobi nel 1998 a New York con le Twin Towers nel
2001, fino ai giorni nostri.
Premesso che le armi chimiche del rais Hussein per
ora nessuno sa che fine abbiano fatto (e dire che prima
c’era chi era pronto a giurare di averle viste con i satelliti!),
non è nemmeno stato provato il legame tra il regime
iracheno e Al Qaeda.
Scusate, però, in tutto questo ragionamento manca
una pedina, quella della storia. Per chi non lo sapesse,
lo scenario della campagna attuale contro il
terrorismo era già scritto nel 2000 in un rapporto della
Commissione nazionale sul terrorismo del Congresso
americano (*).
Questo rapporto afferma che, «se gli Stati Uniti vogliono
proteggersi, restare un leader mondiale, devono
sviluppare e perfezionare delle politiche di antiterrorismo
adattate alla rapida evoluzione del mondo». Il rapporto ha
pubblicato la lista dei movimenti considerati come «organizzazioni
terroriste straniere», tra i quali figurano, tra gli
altri, i pazzi di cui sopra.
Ma allora, scusate, a chi giova il terrorismo?
Certamente l’attacco dell’11 settembre 2001 non è servito
un granché ai popoli oppressi del Sud del mondo.
Direi piuttosto che ha fatto bene all’industria bellica
statunitense che ha finanziato (non è un mistero per
nessuno!) l’elezione di George W. Bush alla Casa Bianca.
Anche bin Laden, che nei misteriosi video fatti arrivare
alla televisione in lingua araba Al-Jazeera si proclamava
difensore dei musulmani, tutto sommato sta sempre più
mettendo nei guai l’intero mondo arabo.
Una cosa è certa: questo terrorismo ha già vinto
a modo suo. Se infatti per combatterlo usiamo le armi
all’uranio impoverito o le B52 – quando, per inciso, il kamikaze
di tuo potrebbe essere nascosto dietro l’angolo
del portone di casa nostra – e, soprattutto, le democrazie
rinunciano alle garanzie proclamate dalle loro costituzioni
o dal diritto internazionale, «il serpente – recita un proverbio
africano – ha già posto le sue uova nel nido delle
aquile».

Padre Giulio Albanese è direttore della Misna, l’Agenzia informazione
missionaria, fondata dalla Cimi (Conferenza degli istituti
missionari italiani) e dalla Fesmi (Federazione della stampa
missionaria). Misna ha vinto nel 2002 il «Premio San Vincent di
giornalismo» per il miglior portale internet.
(*) http://www.fas.org/irp/threath/commission.html

GIULIO ALBANESE

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