Cara rivista,
da 50 anni ti accolgo a casa
mia. Ti ho sempre letto
con interesse e gioia; per
mezzo tuo ho saputo con
molto anticipo, rispetto
ad altri mezzi di informazione,
ciò che accadeva
nel mondo, soprattutto in
terra di missione.
Ma da un paio di anni
non mi sembri più la stessa:
mi metti a disagio con
la politica, con qualche
debolezza verso l’islam,
con pagine che a volte
sembrano di altri giornali,
che hanno ben poco da
condividere con i valori
cattolici.
Certamente sono io che
sono invecchiata e non so
tenere il passo con te, e
chissà quanti argomenti avranno
i tuoi redattori per
dimostrarmelo! Comunque
sia, resto in attesa di
ricredermi.
Cinquant’anni di fedeltà!
Grazie, signora
Carla! E grazie pure del
suo affettuoso dissenso.
Anche noi abbiamo una
certa età e le assicuriamo
che non ci è facile…
«la conversione intellettuale». L’espressione è
del cardinale Carlo M.
Martini, che spiega: la
conversione intellettuale
è parte del cammino cristiano,
anche se poche
persone vi arrivano. È più
comodo e facile accontentarsi
di come la pensano
i più, dell’influenza
dell’ambiente anche buono.
La conversione tocca
l’intelligenza che, dopo aver
vagato attraverso opinioni
diverse e contraddittorie,
trova un principio
secondo il quale
operare, non sotto l’influenza
dell’ambiente o
del parere altrui, bensì
per una illuminazione
profonda (cfr. Carlo M.
Martini, Briciole dalla tavola
della Parola, Piemme,
Casale 1996, pagine
49-50).
Carla Caevali