Caro direttore,
ho letto gli editoriali di dicembre e gennaio, che mi sono piaciuti. Oltre alla messa festiva, frequento anche gruppi e ritiri spirituali, ed è «scomodo» concretizzare nel quotidiano ciò che abbiamo sentito.
Certe scelte sono controcorrente e, inevitabilmente, si rinuncia ad amicizie e rapporti sociali. Il rinunciare ad alcune «alleanze» non è facile. Eppure dobbiamo essere credibili, soprattutto verso i giovani: «capire il presente e inventare il futuro», offrire testimonianze alternative per un domani più giusto (la «Scuola per l’alternativa» che organizzate è un esempio).
In gennaio Massimo Veneziano scrive: «La via non è la rivoluzione, ma la dissidenza, la discussione, il confronto di idee. Concetti, questi, che il “pensiero unico” vuole estinguere o appropriarsene a proprio comodo». Ed io esprimo delle proposte da attuare.
Per favorire sempre di più il regno di Dio (regno di pace e giustizia), appoggiamo piccole iniziative di solidarietà e volontariato, dove la gente unita lavora insieme; acquistiamo prodotti del commercio equo e solidale; cerchiamo di capire l’altro, mettendoci dalla parte del «vinto»; aiutiamo l’anziano, il malato, l’escluso; stimoliamo il confronto e il dialogo.
Spesso, vivendo tranquilli e non «disturbando», non siamo d’aiuto.
Daniele Dal Bon
Torino
Daniele è un amico. È anche un buon fotografo: «un fotografo per la solidarietà internazionale» ama definirsi. Vi sono fotografi che incassano soldoni. Non Daniele.
Daniele dal Bon