Islàm e buonisti
S ignor direttore, intendo replicare contro le affermazioni offensive di alcuni lettori nei miei confronti. La vita mi ha consentito di conoscere l’islàm e di scoperchiare un nido di serpenti. I miei articoli mirano a far conoscere agli ingenui ciò che potrebbe capitare anche a loro. Sono un ex novizio dei padri comboniani e ho sempre agito secondo la mia fede cristiana.
Le frasi tratte dal giornale valdostano non sono inventate, ma ricavate da vari scritti; riguardano soprattutto l’articolo «Gesù e Maria nell’islàm» del 3 giugno 1999. La suora dell’istituto citato probabilmente non ricorda bene il dialogo; era molto indaffarata e dovetti aspettare mezzora prima di essere ricevuto. Nel frattempo ebbi modo di parlare con un’altra persona della casa.
Del mio articolo, apparso su Missioni Consolata, probabilmente hanno molto colpito le foto e il titolo: questi sono opera della redazione, non mia.
Consiglio a tutti di leggere «Gli scritti» del Comboni (Emi, Bologna), dove si documenta come il missionario abbia combattuto lo schiavismo e la malvagità dei seguaci di Maometto.
Michel Barin – Aosta
Di Michel Barin Missioni Consolata di giugno 2000 ha pubblicato «La moschea in convento», che ha suscitato approvazioni e rifiuti.
H o letto su Missioni Consolata di dicembre 2000 la critica sul cardinale Biffi: mi pare che lo scrivente Al. Za. non abbia capito molto. Non si nega l’ospitalità al povero, però si chiede un adeguamento alle nostre usanze. La teologia musulmana ha certamente lati positivi, ma non mi pare che gli immigrati musulmani si dimostrino sempre disposti a considerarsi ospiti. Forse la teologia islamica è stata travisata proprio da molti musulmani.
Come la mettiamo con la continua uccisione di cristiani, l’integralismo, la sharia imperante e l’inammissibile indissolubilità fra religione e politica? E la musulmana schiavitù della donna, che nel cristianesimo è invece onorata?
Con tutta l’accondiscendenza verso le altre religioni, dov’è finita l’evangelizzazione, lasciata come compito primario dal Salvatore agli apostoli? Disse di predicare la buona novella o di aiutare a costruire templi a Zeus?
Evitiamo un malinteso buonismo politico almeno nel comportamento cristiano, che deve essere aperto alla carità, ma saldo nella fede e nell’adempimento e difesa della dottrina di Gesù Cristo.
Perché Al. Za. non va a costruire una chiesa cattolica a Baghdad?
dott. Benedetta Rossi – Bologna
«Al. Za.» sta per Alex Zanotelli, missionario comboniano nella bidonville di Korogocho (Kenya).
aa. vv.