C ari lettori di «Missioni Consolata», mi rivolgo a voi, anche se non sono abbonato alla rivista, per augurarvi «buon natale». Scrivo soprattutto per «penitenza».
Sono uno dei due milioni di giovani che hanno celebrato il giubileo a Roma, anche se non sono più un ragazzo, dati i miei 28 anni. Durante la manifestazione ho cantato molto (pur non essendo un Jovanotti), memore di un missionario che diceva: «Tra noi, giovani di 40 anni fa, e voi non noto grandi differenze, eccetto questa: noi cantavamo e voi… ascoltate. Non vi mancano musiche, ma poche sono cantabili: e, non essendo tali, si tramutano in alienazione. Noi invece cantavamo tutti a squarciagola sulle piazze».
Concordo con quel missionario. Tra l’altro, dischi e cassette di musica «solo da ascoltare» coprono affari da miliardi. Personalmente ho rifiutato il walkman e l’auricolare. Abbasso pure il cellulare alla cintura!
Alcuni, da «destra», hanno esaltato «la faccia pulita» dei ragazzi del giubileo e altri, da «sinistra», ne hanno denunciato l’assenza di spirito politico critico. I mass-media hanno peccato di grave superficialità. Come si fa ad omologare due milioni di persone di cultura diversa?
Va detto che non tutti i «papa-boys» inneggiano alla gioia di vivere. Domingo Das Neves, per esempio, ha la morte in cuore.
Domingo, dell’Angola, la notte del 19 agosto ha offerto a tutti la seguente testimonianza: «Ho 25 anni. Durante la guerra civile, che insanguina il mio paese e che non sembra finire più, ho perso i genitori e poi anche il fratello maggiore con il quale vivevo. Ho perdonato chi ha ucciso i miei cari» (Ndr: vedi la foto con il papa).
Qualcuno ha lamentato che, al giubileo dei giovani, sia mancata la voce del terzo mondo. Domingo però erà là, con la sua triplice disgrazia: perché albino (senza difesa immunitaria, nonché discriminato dai neri); perché orfano a causa delle bombe acquistate con diamanti; perché africano (cioè un «esubero» nella politica delle potenze mondiali). Perché pochissimi hanno ascoltato Domingo? Forse perché il suo perdono dà fastidio?
Sono domande cui quasi nessuno risponde.
D opo l’adunata nella capitale, si è svolto a Rimini il Meeting di Comunione e liberazione, durante il quale alcuni giovani del giubileo hanno inneggiato al papa, come pure a Berlusconi. No, qui non ci sto.
Non si può applaudire, nello stesso tempo, il campione del neoliberismo e chi ne denuncia i guasti che ricadono soprattutto sui poveri.
Cari amici di Missioni Consolata, questa lettera si addice poco agli auguri natalizi. Ma non mi piacciono le parole vuote. Preferisco queste: «Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo». Quel Cristo che ha gradito le 50 lire di una povera vedova e ha rifiutato i 50 miliardi di…
Eros Benvenuto
Eros Benvenuto