MOZAMBICO – Protetti persino da una suora

P adre Filipe Couto, mozambicano e missionario della Consolata, è l’attuale rettore dell’università cattolica del Mozambico (Ucm). Sorta per volontà dell’episcopato del paese e inaugurata a Beira il 10 agosto del 1996, l’università, nonostante le non poche difficoltà, è in continua espansione, come ci rivela questa breve intervista.

Lo scorso agosto, l’università cattolica del Mozambico ha inaugurato una facoltà di scienze bio-mediche nella provincia di Sofala, a Beira. Come mai?
Volevamo iniziare una scuola superiore di medicina, anche se esiste già una facoltà nella nostra capitale (Maputo). Però la chiesa e il ministero della sanità hanno compreso la necessità di avee un’altra per formare più medici che potranno curare i malati nelle varie province e distretti.
Abbiamo pochissimi medici mozambicani e il nostro paese è molto esteso; troppi studenti non possono uscire dal centro e dal nord del paese per andare nella capitale. Inoltre, è necessario incominciare una scuola superiore di medicina con un tipo di istruzione molto più adeguato alle necessità. Il tirocinio accademico e pratico dovrà essere svolto tenendo conto dei bisogni degli ammalati dell’Africa Australe: Sudafrica, Botswana, Namibia, Zimbabwe, Malawi, Zambia, Tanzania…

Chi vi assiste nell’esecuzione del progetto?
Dalla scuola superiore di medicina dell’Università di Wittwatersrand (Johannesburg – Sudafrica) due professori (Peter Gray e Adriano G. Duse) si sono impegnati a foirci un’assistenza. Essi cornordineranno tutto il progetto: l’anno preparatorio, il ciclo pre-clinico e clinico; accompagneranno anche il lavoro che stiamo facendo per trasformare l’ospedale centrale della città di Beira in clinica di insegnamento per gli studenti di medicina.
Attraverso i due medici, avremo anche l’assistenza di due professori della Scuola di medicina dell’Università di West Virginia (Stati Uniti).
L’attuale ministro della sanità in Mozambico, Francisco Ferreira Songane, quando era direttore dell’ospedale centrale, aveva lavorato insieme a noi per organizzare il programma. Adesso, da ministro, si sente impegnato ad appoggiare l’inizio e lo sviluppo del progetto. Anche la facoltà di medicina dell’Università statale «Eduardo Mondlane» collabora con noi.

Disponete di mezzi finanziari per iniziare, sviluppare e continuare il progetto?
Abbiamo un credito da un banchiere tedesco, senatore e console onorario del Mozambico in Germania, nella Baviera, Siegfried Lingel. La sua banca (Merkur Bank) ci ha concesso un prestito. Questo ha dato la possibilità di incominciare. Alcuni istituti missionari ci hanno appoggiato: la provincia italiana dei missionari della Consolata, la direzione generale delle missionarie della Consolata, la regione italiana dei missionari comboniani, una parrocchia della diocesi di Milano (il cui parroco, don Antonio Colombo, ha una sorella missionaria della Consolata che lavora in Mozambico). Inoltre, contiamo sul sostegno di un gruppo di Casatenovo (LC), costituito dalla famiglia e amici della dottoressa Graziella Fumagalli, trucidata in Somalia (dove era volontaria della Caritas e responsabile di un ospedale).
L’Organizzazione mondiale della sanità (Who) in Mozambico ci ha dato un piccolo sussidio per pagare i consulenti che vengono da fuori.
Quanto al futuro: l’Ucm è opera di Dio. Confidiamo soprattutto nella provvidenza di Dio, della Madonna Consolata, di san Giuseppe e tutti i santi: includendo una suora benedettina tanzaniana, deceduta nel 1950 e sepolta a Songea (Tanzania), suor Beadette Mbawala; questa suora ha protetto e continua a proteggere l’Ucm, specialmente la rettoria.
In secondo luogo, contiamo sulle tasse scolastiche degli studenti. Ognuno dovrà pagare annualmente il corrispondente di 1.000 dollari americani. La Facoltà di scienze bio-mediche riuscirà ad automantenersi nella misura in cui riusciremo a sviluppare un sistema di tasse scolastiche che, pur non avendo intenzioni lucrative, esiga il pagamento delle spese ordinarie.
Stiamo cercando dei crediti per compensare quello che, per il momento, non riusciamo ad avere con le nostre forze: ci sono delle banche locali e inteazionali disposte a dare dei crediti bonifici, rimborsabili a lunga scadenza e con interessi non troppo alti. Stiamo dialogando con diverse fondazioni ed istituzioni bancarie per ottenere altri fondi.

Oggi si parla del condono del debito ai paesi in via di sviluppo e… voi di debiti volete fae ancora!
La faccenda del condono del debito è complessa. Noi non potremo iniziare le nostre attività senza ricorrere ai crediti. Abbiamo avuto esperienze positive con la Facoltà di agricoltura dell’Ucm, che già stà funzionando da due anni nella provincia del Niassa, a Cuamba.

Con quanti studenti e docenti avete iniziato?
Ci sono circa 100 studenti nell’anno preparatorio. Quanto ai docenti: ho già menzionato i professori di Wittwatersrand e West Virginia. Avremo anche due medici missionari comboniani: il medico-prete Elias Arroyo e la medico-suora Donata Pacini; entrambi hanno un’esperienza di molti anni nel campo sanitario in Mozambico. Dall’università del paese vicino (lo Zimbabwe) avremo altri docenti.
La Vso (Voluntary Service Overseas) dell’Inghilterra invia tre docenti e il Dog (Dienst Over Grenze) dell’Olanda altri due. Dal Ministero della sanità, dall’ospedale centrale di Beira e dall’università statale «Eduardo Mondlane» provengono dei mozambicani, che lavoreranno con gli esperti venuti da fuori.

Non sarebbe stato meglio incominciare, più modestamente, con una Scuola superiore di infermieri e agenti di sanità pubblica?
In Mozambico ci sono già degli istituti per la formazione di infermieri; ne abbiamo uno persino qui a Beira, nel recinto dell’ospedale centrale. Abbiamo anche istituti di sanità pubblica a Maputo e a livello provinciale, con corsi particolari.
Una nota: il nostro progetto si chiama «Facoltà di scienze bio-mediche». La denominazione significa che, in questa facoltà, l’approccio dell’istruzione ha componenti fondamentali di sanità pubblica. Durante i corsi alcuni studenti potranno cambiare e decidere di formarsi come infermieri. Comunque la facoltà di scienze bio-mediche dell’Ucm punta sulla formazione di medici.
Purtroppo in Mozambico ci sono moltissimi ammalati senza assistenza medica.

Giacomo Mazzotti