Malika è sola e disperata. Risiede in Italia da 10 anni, con regolare permesso di soggiorno, assunta con i libretti di lavoro presso una cornoperativa che si occupa di assistenza agli handicappati. Sposata con un giovane tunisino, Malika ha una figlia di due anni e un altro appena nato, è sola e disperata. Questa donna, energica, con un fluente italiano, con nessuna voglia di tornare in Marocco, da alcuni mesi si era ritrovata a far i conti con il parto che incombeva, con la figlia piccola e con nessuno a cui lasciarla. Suo marito, che aveva richiesto la regolarizzazione, è stato rispedito per direttissima in Tunisia, perché nel ’92 aveva commesso un reato minore e risultava, agli atti, «persona pericolosa» e non gradita. Tuttavia, al di là delle motivazioni legali all’origine di tale espulsione, resta valido il fatto che una famiglia di immigrati, con figli piccoli, sia stata divisa. L’ultima legge sull’immigrazione, la Turco-Napolitano, voluta dalle sinistre, per accontentare le destre e la «voglia di sicurezza» degli italiani, non prevede concessioni, o attenuanti, nel caso di nuclei familiari composti da soli stranieri.
Nella categoria degli «inespellibili» risultano infatti solo le donne incinte, con figli fino al sesto mese di età, le persone coniugate e conviventi con cittadini italiani; per gli altri non sono previste agevolazioni, e il decreto di espulsione può essere comminato non solo in caso di reato, ma anche in numerose altre situazioni di irregolarità ‘amministrativa’ e non penale, mancanza temporanea di lavoro, mancata presentazione entro gli otto giorni lavorativi della domanda di soggiorno, ecc.
Trasformarsi in clandestini, irregolari, è dunque molto facile, più di quanto si pensi. E il dramma è che lo possono diventare padri di famiglia che, al momento del rinnovo del permesso di soggiorno, risultino senza lavoro (perché, magari, lo hanno appena perso).
Si tratta dei nuovi disperati – persone che hanno situazioni di miseria o di guerra alle spalle – e qui finiscono con divenire vittime di una legge che, seppur vuole essere strumento di «ordine» verso i criminali, riesce spesso a colpire i più deboli. A ciò si aggiunge che, da qualche anno, alcuni avvocati italiani (con pochi scrupoli) hanno scoperto in tanti immigrati sprovveduti, confusi o semplicemente «persi» tra le pastornie burocratiche italiane, l’Eldorado dei soldi facili. Molti fra gli stranieri ancora irregolari che l’anno scorso hanno presentato domanda di regolarizzazione, si sono appoggiati ad avvocati per presentare le pratiche di soggiorno, di ricorso in caso di rigetto, di ricongiungimento, o per eventuali carichi penali passati. Taluni di questi legali chiedono fior di milioni promettendo loro tutele che poi non arrivano.
Ancora una volta, dunque, capita che, in un’Italia che ha quasi paura degli immigrati, o che li usa come capri espiatori per rimuovere altri problemi, ad essere vittima dei raggiri siano spesso proprio loro, gli extracomunitari che vogliono diventare cittadini regolari.
A.L.
Angela Lano