E voi che ne pensate?
GLI ISCRITTI STRANIERI
Fatos Nanushi, dall’Albania: «Questo corso mi piace molto per l’insegnamento alla convivenza di culture diverse e per l’amicizia che sta nascendo fra di noi».
Rashid Saafi, dalla Tunisia: «Questo corso è un’occasione non solo per imparare ad integrarsi nella società in cui viviamo, ma anche per integrarsi fra di noi, capirci e conoscere altre culture».
Ali Bacha, dalla Tunisia: «Questo corso ci ha dato la possibilità di migliorare le nostre capacità comunicative ed arricchire il nostro bagaglio culturale, affrontando varie problematiche che riguardano soprattutto la convivenza, e la presenza dei bambini immigrati nelle scuole italiane. La cosa più importante secondo me è la possibilità di conoscerci meglio, rispettando le nostre diversità».
Danuta Wrona, dalla Polonia: «È da sottolineare l’atmosfera del corso: tante culture, tante religioni, tanti modi di pensare diversi, però siamo un gruppo molto integrato, molto unito. Ci ritroviamo ogni volta con piacere e curiosità di conoscerci. La diversità ci unisce, è questo che poi dovremo trasmettere ai bambini fin da piccoli.
L’interculturalità (che già esiste) dobbiamo viverla in modo sempre più positivo. Il nostro gruppo è esempio e conferma che questo è possibile. Sono contenta di fae parte».
Moktar Chioua, dal Marocco: «Il corso ci ha fornito una vasta preparazione di base per quanto riguarda l’ordinamento scolastico italiano. Questo è un arricchimento per la scuola e per noi è un confronto tra esperienze e persone di varie parti del mondo».
Mohamed Abdel Kader, dall’Egitto: «Quello che mi è piaciuto di più di questo corso è il contatto diretto con altre culture, con le persone di paesi di cui avevo sentivo soltanto parlare. È stato molto positivo conoscere le realtà degli altri paesi dai protagonisti».
Cecilia Lotero Chaux, dalla Colombia: «Sono felice di aver potuto conoscere tutte queste persone e condividere con loro esperienze diverse dalle mie».
Olabi Rawaa, dalla Siria: «L’interculturalità è l’aspetto sano della multietnicità. Perciò è giusto che sia presente nella scuola dell’obbligo la mediazione interculturale».
Shkelqim Ibrahimi, dall’Albania: «Mi dispiace molto per quelli che non sono riusciti a partecipare a questo corso. In buona amicizia, sto imparando tante cose che mi serviranno per il futuro».
Vida Bardiyaz, dall’Iran: «Mi piacciono i corsisti e la relazione creata fra di noi. Sono interessanti gli argomenti trattati e spero che mi piacerà anche il progetto del tirocinio».
Djurdjica Macura, dalla Croazia: «Frequentando questo corso ho imparato molto delle altre nazioni, soprattutto i loro modi di vita. Sono molto contenta perché ho avuto l’opportunità di conoscere mentalità diverse. Spero che questa nostra esperienza sarà utile non solo per noi, ma anche per gli italiani. Vorrei ringraziare i nostri “tutors” e tutti i relatori per la disponibilità, ma soprattutto gli organizzatori di questo corso».
Lu Xuemei, dalla Cina: «Mi è piaciuta soprattutto l’amicizia che abbiamo creato, e poi la metodologia adottata per apprendimento dei contenuti. È molto stimolante la conoscenza delle altre culture».
Ana Lucia Dos Santos Wilson, dal Brasile: «Mi è piaciuto moltissimo ascoltare le esperienze di tutte queste persone provenienti da culture diverse. Ho ricevuto molto da questa esperienza. È ammirevole la disponibilità e modo di lavorare dei nostri “professori”».
Husni Darwiche, dal Libano: «Il corso di mediatore interculturale è una iniziativa unica che sarà perfezionata con gli anni. Permette di migliorare ognuno di noi. Quest’esperienza ci arricchisce lo spirito, la fantasia e la cultura. Perciò siamo molto contenti di aver seguito questo corso».
Ana Maria Avila, dall’Argentina: «Le aspettative che avevo di questo corso sono state addirittura superate. Corsi come questo sono molto importanti per creare una società cosmopolita».
Naima El Moutaquakil, dal Marocco: «Per me questo corso è stato molto importante perché ho stretto nuove amicizie. E perché mi ha arricchito con nuove conoscenze di culture e storie diverse».
Nedzmi Mati, dalla Macedonia: «Quello che mi è piaciuto di più di questo corso è che il nostro gruppo è un piccolo mondo dove ho conosciuto persone di diversi paesi. Ho imparato tante cose nuove della scuola italiana. L’iniziativa di organizzare un corso per mediatori interculturali è un’ottima idea per migliorare l’inserimento degli stranieri nella società italiana».
Aurela Aliraj, dall’Albania: «Io sono in Italia da 5 mesi. Non essendo mai stata fuori dall’Albania, per me questo corso è stata una bellissima esperienza. Ho conosciuto persone provenienti da tutto il mondo e ho scoperto che, anche se veniamo da diversi paesi, abbiamo tante cose in comune».
Maja e Piro Adami, dall’Albania: «Siamo una coppia non più giovane, con un figlio di 25 anni. Siamo arrivati in Italia 8 anni fa. Siamo molto contenti di aver partecipato a questo corso, per la presenza di tante culture diverse e per la possibilità di conoscerle direttamente».
GLI ISCRITTI ITALIANI…
Elena Lapina: «Questo corso mi ha dato la possibilità di conoscere da vicino gente di diverse culture».
Iva Rigo-Righi, maestra di Trento: «È la prima volta che mi trovo ad operare in un gruppo multietnico così numeroso e ciò mi ha permesso di conoscere direttamente, in una visione globale, spaccati di vite di altre culture. Gli incentivi, che mi hanno portato ad accettare quest’esperienza, sono stati la curiosità e l’interesse che poi si sono trasformati in stimoli, in voglia di approfondimenti, in desideri di aumentare le mie conoscenze, al fine di, grazie ad un mutuo scambio, “crescere” sia come persona che come insegnante.
Antonella Tomasi, maestra di Trento: «L’opportunità di condividere alcuni momenti con i partecipanti al corso per mediatori interculturali è stata molto positiva. L’aspetto più forte è stato quello emotivo. Il trovarmi assieme a persone provenienti da varie parti del mondo mi ha fatto sentire una profonda gioia dentro. È stato come assaporare piccoli scorci di vita diversi dai miei e per questo accattivanti, interessanti ed arricchenti. Il risuonare di lingue ed accenti diversi, ognuno con una propria musicalità, ha creato il sottofondo ideale e significativo alle tematiche affrontate. Lo stare tutti insieme nello spazio di un’aula a condividere e scambiarci esperienze ed idee mi ha confermato una volta di più il valore dell’incontro».
E I COORDINATORI…
Leila Ziglio: «Essere “tutor” di un gruppo di circa 30 adulti stranieri dalle provenienze più disparate e con percorsi di vita spesso difficili e dolorosi è un’esperienza umana molto ricca e stimolante.
Si ha la sensazione di far parte di un laboratorio interculturale, con i suoi entusiasmi, conflitti ed esigenze di continue “mediazioni”, dovute proprio alle differenti provenienze ed esperienze di vita. È necessaria molta attenzione per rispettare le sensibilità individuali e far sì che tutte le capacità insite nel gruppo si possano esprimere».
Gabriel Mokoi: «Un delicato ruolo quello del mediatore interculturale, un vero protagonista delle conciliazioni fra famiglie, scuole e alunni che “vengono da lontano”. Che ci sia oggi, nella configurazione di questa figura, un apposito corso di formazione organizzato dalla sovrintendenza scolastica con il patrocinio della provincia di Trento non può che rallegrarci e farci sperare in una società interculturale in cammino». S.Pe.
Snezana Petrovic