Signor direttore, è giusto che…?

Signor direttore,
ci ha colpito la lettera di Guido Guidotti, pubblicata su Missioni Consolata di gennaio, circa la chiesa di Modena. Siamo perplessi della durezza con cui il signor Guidotti (non nuovo a certi interventi) aggredisce la nostra comunità, accusandola di non avere gestito bene l’8 per mille a favore dei poveri nel terzo mondo. Vorrebbe che si desse un miliardo.
Anche Giuda ha detto qualcosa di simile. «Perché tanto spreco di olio profumato? Si poteva venderlo per oltre 300 monete d’argento e poi darle ai poveri!» (Mc 14, 5).
Se è vero che l’albero si riconosce dai frutti, ci pare che la chiesa modenese qualche buon frutto lo abbia dato e continui a darlo nel terzo mondo. Sono centinaia i sacerdoti, i religiosi, le suore e i laici che hanno dato la vita e continuano a darla nelle terre di missione, per la promozione umana e cristiana dei poveri. I loro sacrifici, le rinunce e la passione missionaria non valgono?
I nostri missionari sono in Asia, Africa, America, Australia: dalla dottoressa Luisa Guidotti Mistrali (di cui è stata introdotta la causa di beatificazione) a padre Giuseppe Ricchetti (missionario della Consolata e nostro amico carissimo), sepolto in Kenya; da padre Ettore Turrini (in Amazzonia da 50 anni) ai sacerdoti che la diocesi sostiene in Brasile; dal villaggio di Ghirlandina (Centrafrica) alle favelas nelle periferie sudamericane; dai bimbi sordomuti di São Paulo alle bambine di rua delle metropoli, ai lebbrosi dell’Africa, ai profughi del Kosovo… C’è forse una sola «qualità» di poveri di cui la diocesi modenese non si faccia carico?
Quanti sono i giovani che offrono mesi e anni della loro vita con i missionari? Quanto denaro le parrocchie, i gruppi e le singole persone destinano per interventi a sostegno dei missionari?
Signor direttore, le sembra proprio vero che le nostre «belle chiese» affondino nel sangue dei poveri?
Sappiamo che la povertà non è eliminabile. «I poveri li avrete sempre con voi» (Gv 12, 8); ma sappiamo pure che saremo giudicati sulla misura con cui ce li siamo presi a cuore (cfr. Mt 25, 40).
A proposito dell’omilia domenicale: una predica non è mai uguale all’altra, come la lettura di una pagina di vangelo non è mai «uguale» alla precedente o successiva.
«Lasciarsi sedurre da Gesù» può avere vari significati. Sta a noi cogliere quello che più si adatta al bisogno di conversione che abbiamo in quel momento.

In Alberto e compagni ci sembra di cogliere un garbato rimprovero per aver pubblicato la lettera del signor Guidotti. Noi pubblichiamo tutte le reazioni dei lettori (anche quelle anonime), perché crediamo nel confronto. La verità si raggiunge con l’apporto di tutti, nessuno escluso.

Alberto, Davide etc.