INTRODUZIONE
Se, qualche anno fa, avessimo dovuto rispondere a bruciapelo alle domande «chi è Muhammad Yunus?» e «dove si trova il Bangladesh?», forse saremmo stati in difficoltà.
Oggi, grazie a giornali e tivù, un discreto numero di persone conosce il professor Yunus per aver letto il libro dal titolo provocatorio «Il banchiere dei poveri», Feltrinelli, Milano 1998; di conseguenza ha appreso pure che il Bangladesh è una repubblica indipendente, nata nel 1971 dalla secessione del Pakistan orientale.
Yunus, nato e cresciuto a Chittagong, in Bangladesh, ha insegnato economia in università americane e nel suo paese. Però la notorietà del professore si deve alla «Banca Grameen», da lui fondata, che intende finanziare i bisognosi.
Il Bangladesh è tra i paesi più poveri del continente asiatico e del mondo: vive prevalentemente di agricoltura, producendo riso, grano, legumi, oppio, tè, spezie e iuta. La classe dirigente, che dominava il paese all’epoca dell’indipendenza, era mediocre, corrotta, interessata alla scalata al potere, composta prevalentemente di proprietari terrieri, commercianti, piccoli industriali e usurai.
Con la politica del microcredito a tassi ridotti, si è attuata in Bangladesh una rivoluzione pacifica, che ha permesso al 10% della popolazione (12 milioni su 120 milioni) di affrancarsi dalla piaga dell’usura.
In questo «dossier drammatizzato» raccontiamo, dando voce ai protagonisti del libro, la storia della banca «Grameen». Sembrava un’utopia; invece è diventata una realtà che scavalca i confini del Bangladesh e si sta diffondendo in ogni parte del mondo.
Antonio Rossi