Spettabile redazione,
mi riferisco all’editoriale «Lillipuziani, gettate le reti!» (gennaio 2000). Sui cibi transgenici, la deforestazione, ecc. si sono levate voci cristiane e laiche: tutte denunciano, segnalano pericoli. Ma gli interessi del grande capitale non sono raggiunti da tali parole, e gli attacchi all’Uomo, allo Spirito e alla Natura continuano.
Allora io dico: se avete avuto il coraggio di denunciare la piaga, fate ancora un passo avanti. E cioè:
– chi ha mostrato in tivù i bambini sfruttati, che cuciono i palloni di calcio, indichi anche gli acquirenti italiani: così, sapendo chi sfrutta i bambini, la gente non comprerà più quei palloni e combatterà gli sfruttatori;
– chi ha mostrato lo scempio di alberi in Amazzonia dica chi lo permette, chi acquista il legname prezioso abbattuto: così che si possa contrastare chi sta dietro all’operazione;
– la Cina o altri paesi usano gas dannosi per l’ozono che ci protegge? Si denuncino i loro governi e gli affaristi che trafficano con la Cina.
Tiriamo in ballo anche il governo del nostro paese, se necessario. Questo se ne frega della denuncia? Allora non votiamo più il partito o i partiti che lo sostengono. Gli affaristi continuano a fregarsene? Bene, non comperiamo più i loro prodotti.
Alla gente interessa poco che la Cina non rispetti molto i diritti umani; invece interessa molto che non diminuisca lo spessore dell’ozono. È ora di essere pratici o, meglio, coerenti con gli scopi della vostra sacrosanta campagna; tanto più che, se volete, sapete bene chi toccare.
Esiste un libro con nomi di imprese e persone coinvolte in abuso di potere, sfruttamento di minori, inquinamento dell’ambiente, vendita di armi, frode, corruzione…
Il libro è: Guida al consumo critico (a cura del Centro nuovo modello di sviluppo), Emi, Bologna 1996.
Marco Grandona