Le tappe principali della storia cecena
1552-1556:
I russi conquistano i khanati tatari di Kazan e Astrachan e si insediano stabilmente sulla costa settentrionale del Caspio. Si fanno più frequenti i loro contatti col Caucaso.
XVII secolo:
La Cecenia orientale viene islamizzata da missionari ottomani.
1722:
Pietro il Grande attraversa col proprio esercito il Caucaso fino a Derbent, ma è costretto a ritirarsi.
1770:
I ceceni occidentali (ancora cristiani) sollecitano l’aiuto dei russi, stanchi delle vessazioni dei circostanti popoli musulmani. I ceceni orientali si ribellano all’occupazione russa.
1773-1791:
Per circa 20 anni lo sceicco Mansur Ushurma guida la rivolta cecena. Alla sua cattura i russi scatenano una feroce repressione. I ceceni vengono spinti verso le montagne. Le fertili terre della valle vengono assegnate ai cosacchi del Terek.
1824:
Nel Dagestan ha inizio la rivolta guidata dall’imam Shamil. Egli crea l’«Emirato del Caucaso del nord», uno stato islamico che comprende le zone montagnose di Dagestan e Cecenia.
1859:
Shamil viene battuto e catturato dopo una strenua resistenza contro i russi, che bruciano i villaggi, massacrano gli abitanti, distruggono i raccolti, avvelenano le acque.
1917:
A seguito della rivoluzione di febbraio, si forma una «Alleanza dei popoli montanari del Caucaso del nord e del Dagestan», che proclama l’autonomia politica della regione.
1921:
Dopo anni di guerra civile, viene creata la «Repubblica sovietica autonoma della Montagna», con ampia autonomia.
1924:
Viene sciolta la repubblica della Montagna. Vengono mantenute le divisioni amministrative create al suo interno, tra cui la regione autonoma della Cecenia.
1929:
Ribellione dei ceceni esasperati dalla politica di Mosca, non rispettosa delle tradizioni locali.
1930:
Si giunge a un armistizio. Viene promessa un’amnistia per i rivoltosi.
1931:
Nonostante le assicurazioni vengono giustiziati i capi della rivolta. Nuova ribellione che dura fino al 1936.
1934:
Cecenia e Inguscezia vengono unite e diventano repubblica autonoma.
1943:
Mentre le truppe di Hitler occupano parte del Caucaso, senza però arrivare in Cecenia, i ceceni si sollevano e proclamano l’indipendenza.
23 febbraio 1944:
Su ordine di Stalin, in 24 ore tutti i ceceni, gli ingusci e i caraciai vengono deportati in Asia centrale e in Siberia con l’accusa di collaborazione col nemico. In tutto sono otto i popoli che subiscono simile sorte. La Cecenia-Inguscezia scompare dalle carte geografiche.
1957:
Vengono ricostituite le repubbliche autonome soppresse nel 1944. Gli esiliati possono fare ritorno alle proprie terre: spesso le trovano occupate.
1958:
Scontri in Cecenia tra gli esuli rientrati e i russi che hanno preso il posto.
1991:
Con un referendum la Cecenia proclama l’indipendenza ed elegge presidente Zhochar Dudaev. Mosca attua un blocco economico.
1994-1996:
L’esercito federale invade la Cecenia. Dopo due anni di guerra si giunge a una tregua. La definizione dello status della repubblica viene rimandata al 2001. Il governo secessionista di Grozny, formatosi con le elezioni del 1997, non viene riconosciuto da Mosca.
1999-2000:
Eltsin e Putin riprendono la guerra in Cecenia. Il 6 febbraio viene annunciata la vittoria.
B.B.