Israele:
la botte e il cerchio
Caro direttore,
mi complimento per l’articolo su Israele («Missioni Consolata», dicembre 1998). Si affrontano problemi complessi, che hanno diviso e dividono non solo israeliani e palestinesi, ma anche l’opinione pubblica mondiale. Già il fatto di aver toccato alcuni temi (come quello della terra) merita apprezzamento per il coraggio dimostrato.
L’articolo mi ha ricordato il gioco dei bastoncini di quando ero bambino: sparpagliato il mazzo sul tavolo o sul pavimento, bisognava togliere un bastoncino alla volta senza muovere gli altri… Lei ha toccato i bastoncini israeliani senza offendere quelli palestinesi, e viceversa. In questo, però, ha esagerato nel dare un colpo alla botte e uno al cerchio.
Dalla sua analisi, direttore, posso tirare la conclusione che, nell’intricata matassa israeliano-palestinese, entrambi gli schieramenti hanno ragione?
Sia gli israeliani sia i palestinesi hanno diritto ad uno stato. Il che, per i secondi, non è ancora avvenuto… con conseguenze tragiche per tutti.
L’articolo ricorda anche le imprese sanguinose del terrorismo palestinese, a cui Israele risponde con spietate rappresaglie. È questo che il lettore intende per «un colpo alla botte e uno al cerchio»? Noi invece preferiamo l’immagine della medaglia, con due facce diverse.
Mauro Gatto