DOSSIER IMMIGRAZIONE (4)
DDiciamo, complessivamente, bene… Innanzitutto la quasi totalità delle donne invitate ha dato la propria adesione e chi non ha partecipato l’ha giustificato per ragioni di lavoro, inviando comunque un rappresentante del proprio Ente.
Tutte le partecipanti (sia delle istituzioni, sia del «terzo settore» e associazionismo, sia dell’imprenditoria) hanno seguito con vivo interesse, quasi sempre fino alla conclusione, gli interventi delle donne straniere. E ciascuna di noi, nell’ambito delle sue competenze, si è sforzata di dare risposte alle loro istanze e aspettative, dimostrando di prestare attenzione ed impegno alla realtà delle immigrate.
Non sono emersi dal dibattito pregiudizi o riserve mentali. Più d’una relatrice ha condiviso la valutazione iniziale del direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti nel considerare le immigrate una risorsa: «La ricchezza è nelle diversità che si confrontano, che si lasciano trasformare senza rinunciare all’essenziale, ma arricchendosi dallo scambio».
In questa direzione, tra le altre, si è espressa Laura Malanca dell’Acli-Colf: «L’emigrazione è una risorsa. L’emigrante cerca lavoro, però la sua esigenza si incontra con quella delle native di avere una collaborazione per la gestione della propria casa, un’assistenza ai bambini e agli anziani della famiglia».
Nelle donne imprenditrici si è manifestata la disponibilità ad accogliere le donne straniere come risorsa-lavoro, a condizione che siano competenti sul piano della professionalità e conoscano la nostra lingua. Invero tali condizioni non sempre ricorrono, come abbiamo sentito da una cinese, che ha evidenziato la difficoltà per le sue connazionali di arrivare a possedere la lingua italiana.
Altre relatrici hanno espresso valutazioni positive sulle modalità dell’iniziativa: a cominciare dalla rappresentante dell’Assessorato alle politiche sociali della Regione Piemonte e dall’Assessore alla solidarietà sociale e alle politiche di genere del Comune.
La prima, a conclusione del suo intervento, ha evidenziato come «in una società multietnica e multiculturale sia necessario e importante che le istituzioni affrontino le problematiche dell’integrazione in modo cornordinato e con il coinvolgimento di tutte le componenti sociali, al fine di realizzare non solo forme di convivenza pacifica, ma di costruire una società armonica, che offra opportunità di sviluppo e realizzazione ad ognuna». Ha accennato ad un’interessante iniziativa, nata su proposta delle associazioni del volontariato: utilizzare «le risorse e valorizzare le capacità degli immigrati, presenti nel nostro paese da tempo, per fornire un tramite tra la cultura di appartenenza e la nostra società», lanciando la proposta «Contate anche su di noi. Il volontariato degli immigrati».
L’Assessore comunale ha espresso il proprio compiacimento per il clima sereno e costruttivo colto nel confronto-dibattito, molto più proficuo – ha osservato – di quanto, generalmente, ha potuto costatare in occasione delle «consulte degli stranieri, forse per il maggior spirito di collaborazione e socializzazione proprio delle donne». Ha affermato altresì che gran parte delle difficoltà e problemi esposti dalle donne straniere, con riguardo in particolare alle esigenze di servizi per l’infanzia, sono trasversali a tutto il mondo femminile.
Da parte di tutte si sono chiesti più posti negli asili nido; anche se questi ultimi recentemente sono aumentati, restano ancora inadeguati alle domande, perché c’è sempre maggiore richiesta. Si devono trovare soluzioni alternative a quelle attuali; occorre puntare sulla possibilità di creare micronidi, che coinvolgano la collaborazione delle stesse mamme.
Dopo un piacevole intermezzo, a tutti molto gradito (uno spuntino, che ha consentito di conoscere e gustare le leccoie preparate dalle donne africane), l’incontro si è concluso nel pomeriggio inoltrato.
L’auspicio generale è che l’iniziativa abbia un seguito, che il dialogo-confronto avviato non si perda, nell’interesse di tutte le donne, e non solo di esse.
L’Ufficio Pastorale Migranti ha colto tale interesse proponendo agli enti e alle associazioni, partecipanti all’iniziativa del 15 marzo 2003, di costituire un «tavolo permanente» di incontro-confronto, che possa coagulare le risorse emerse in quella occasione.
La risposta, anche questa volta, non è mancata: infatti il «tavolo» si è costituito e sta muovendo i primi passi. Presto si insedierà ufficialmente presso la sede della Commissione regionale per le «pari opportunità» che lo ospita.
Il proposito è che le donne straniere siano adeguatamente rappresentate, che il «tavolo» raccolga le loro istanze, aspettative e risorse, che ci sia una comunicazione circolare tra le donne migranti di diversa nazionalità, tra queste e le native e che queste ultime si facciano portavoce, presso gli enti e le associazioni di appartenenza, di quanto emerge dal confronto.
La sfida da vincere (in un tempo in cui tanto si parla di pari opportunità tra uomini e donne, ma che rappresenta una meta non ancora raggiunta) è che il «tavolo» di confronto diventi il mezzo per la realizzazione di pari opportunità tra donne migranti e donne di origine italiana.
Antonella Pavan
Antonella Pavan