Taiwan. Imparare la missione

I primi dieci anni della Consolata a Taiwan

La celebrazione per i 10 anni dei Missionari della Consolata a Taiwan. Da sinistra padre Pedro Han Kyeong Ho (coreano, lavora in Corea del Sud); il vescovo di Hsinchu, monsignor John Baptist Lee; padre Clement Kinyua Gachoka, superiore della Regione Asia (kenyano, lavora in Corea del Sud); padre Dieudonné Mukadi Mukadi (congolese, lavora in Mongolia). (© foto di Marco Bello)
Taiwan
Marco Bello

 

Hsinchu (Taiwan). Il 21 settembre è stata celebrata la festa per i dieci anni di presenza dei Missionari della Consolata a Taiwan. Le celebrazioni si sono svolte con una messa nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, a Hsinchu, gestita dai missionari dal 2017.

Hsinchu (Taiwan). La messa celebrata per i 10 anni di presenza dei Missionari della Consolata a Taiwan. (© foto di Marco Bello)

L’inizio

Era il 12 settembre del 2014, quando tre missionari atterravano all’aeroporto Taoyouan di Taipei. Iniziava così l’avventura dell’istituto fondato da Giuseppe Allamano a Taiwan.

I tre erano i padri Eugenio Boatella (Spagna), Mathews Odhiambo Owuor (Kenya) e Piero de Maria (Italia).

Oggi i missionari sono sette e padre Jasper Kirimi, keniano, arrivato nel 2017, è l’attuale coordinatore del gruppo.

La voce del vescovo

Hsinchu (Taiwan). Il vescovo di Hsinchu, monsignor John Baptist Lee tiene l’omelia durante la messa di ringraziamento per i 10 anni di presenza dei Missionari della Consolata a Taiwan. (© foto di Marco Bello)

La celebrazione ha visto la partecipazione del vescovo di Hsinchu, monsignor John Baptist Lee e del pro-chargé d’affaires della Nuziatura apostolica di Cina, Taipei, monsignor Stefano Mazzotti.

Nell’omelia il vescovo Lee ha esordito dicendo: «Oggi è un giorno di gioia nel quale celebriamo dieci anni di contributi e sacrifici dei Missionari della Consolata nella diocesi di Hsinchu. Non si tratta di un periodo lungo nella storia della chiesa di Taiwan, ma una volta arrivati in questa terra ci si scontra con grandi sfide e difficoltà e la Consolata, affrontandole, ci ha manifestato la grazia di Dio. Carente di vocazioni, la diocesi di Hsinchu è molto grata alla generosità della Consolata nell’aiuto al lavoro pastorale».

Il vescovo ha poi sottolineato come sia cambiata l’origine dei missionari, molti dei quali oggi sono africani.

Monsignor Lee ha chiesto ai cristiani locali di «lavorare con i missionari, supportarli e aiutarli nei bisogni della missione». Perché, ha detto rivolgendosi a loro, «dopotutto, ognuno di voi è un missionario ed è vostro dovere partecipare all’evangelizzazione, vivendo a pieno il lavoro in condivisione».

La Consolata a Taiwan

Hsinchu (Taiwan). Monsignor John Baptist Lee accoglie il quadro di Maria Consolata nel momento dell’offertorio. (© foto di Marco Bello)

Padre Jasper Kirimi, giunto nel 2017, dopo la celebrazione ci dice: «È stato emozionante. Abbiamo anche proiettato dei video con i saluti di tutti i missionari che hanno lavorato qui. Ho pensato che ho lavorato con loro ed è passato tanto tempo. Quando io sono arrivato, non pensavo di stare così a lungo perché era davvero dura. Imparare questa lingua e una cultura così diversa. Invece sono ancora qui.

In secondo luogo, la partecipazione oggi è stata davvero importante. Io penso che la gente sia venuta anche per la Consolata. Questo vuol dire che c’è un nuovo riferimento che aggrega i cristiani di Taiwan ed è proprio la Consolata. Giuseppe Allamano, che sta per diventare santo, penso non abbia mai immaginato di arrivare fino a questa terra».

Padre Jasper conclude: «Taiwan è molto diversa da Africa e America Latina. Noi siamo qui per imparare un nuovo modo di fare missione».

Una delegazione dall’Asia

Era presente una delegazione dei missionari della Consolata dalla Mongolia e dalla Corea. Tra loro padre Clement Gachoka, superiore dei missionari della Consolata per la Regione Asia.

Secondo padre Clement: «Siamo la presenza più giovane nella diocesi e fatta di giovani. Dal 2014 a Taiwan sono passati undici missionari. Voglio ringraziarli tutti per l’apporto che hanno dato. Quella dei missionari della Consolata è una presenza che ha affrontato tante sfide: la lingua, la cultura, la fatica di adattarsi. Dall’altra parte c’è stata la perseveranza che hanno avuto e la collaborazione con la chiesa di Hsinchu, a tutti i livelli. La festa dei primi dieci anni ci dà la speranza che, nonostante le sfide, le difficoltà e le paure, il cammino andrà avanti e la presenza sarà significativa».

Gli altri missionari presenti sono padre Caius Moindi, anch’egli keniano a Hsinchu, i padri Bernado Kim (coreano) e Antony Chomba (keniano) nella parrocchia san Joseph di Xinpu, una città vicina a Hsinchu, mentre padre Emanuel Temu (tanzaniano) segue da alcuni mesi la parrocchia di Xinfong, la terza gestita dai missionari della Consolata a Taiwan.

I padri Thiago Giacinto da Silva (brasiliano) e Pablo Souza Martin (argentino) stanno attualmente studiando la lingua cinese.

Dopo la celebrazione, la festa è continuata ed erano presenti anche i parrocchiani di Xinpu e Xinfong, oltre a diversi amici e membri di congregazioni venute anche dalla capitale Taipei.

Marco Bello da Hsinchu (Taiwan)

con l’aiuto di Lucia Ku (per le traduzioni)

Hsinchu (Taiwan). Fedeli e celebranti dopo la messa di ringraziamento per i 10 anni di presenza dei Missionari della Consolata a Taiwan. (© foto di Marco Bello)
image_pdfimage_print
Taiwan
Marco Bello
/

Sei hai gradito questa pagina,

sostienici con una donazione. GRAZIE.

Ricorda: IL 5X1000 TI COSTA SOLO UNA FIRMA!